Nel cinquantesimo anniversario della acquisizione da parte dello Stato Italiano del Fondo Paganiniano comprendente 95 composizioni dell’illustre musicista genovese, grazie a una convenzione stipulata con la Biblioteca Casanatense (cui lo Stato ha affidato il Fondo stesso), pubblichiamo in questa sezione del nostro sito la digitalizzazione di alcuni manoscritti facenti parte del Fondo. Ogni manoscritto è corredato di una relazione storico-critica a firma di uno studioso dell’illustre Artista.

Siamo grati alla direzione della Biblioteca Casanatense per la collaborazione e si auspica che a questi primi manoscritti possano seguirne altri per contribuire sempre più a fare di questo sito un punto di riferimento utile a tutti gli studiosi a livello internazionale.

INDICE DEI CONTENUTI

La storia della collezione postuma

Nel 1972 lo Stato italiano ha acquisito il fondo paganiniano contenente i manoscritti delle sue opere musicali e  lo ha depositato presso la Biblioteca Casanatense di Roma dove si trova tuttora. Si chiudeva così una complessa vicenda durata circa 130 anni e che vale la pena ripercorrere affidandosi alla ricostruzione rigorosa proposta da Maria Rosa Moretti e Anna Sorrento nel loro Catalogo tematico delle musiche di Niccolò Paganini [1]:

1840

Alla morte di Niccolò Paganini i manoscritti musicali e i documenti da lui conservati passano in eredità al figlio «Barone Achille Paganini».

1851

In occasione della pubblicazione postuma di alcune fra le più celebri composizioni del padre, curata dall’editore parigini Schonenberger, Achille Paganini appresta un primo ordinamento degli autografi in suo possesso, corredando i manoscritti di certificati di autenticità e della sigla AP (Achille Paganini). Sempre nel 1851, viene pubblicato da G.C. Conestabile [2] un elenco dei manoscritti musicali in possesso di Achille Paganini redatto da Nicola De Giovanni. Negli anni successivi, su incarico di Achille, i maestri Giusto Dacci e Romeo Franzoni del Conservatorio di Parma preparano alcune revisioni ed elaborazioni per violino e pianoforte di opere appartenenti prevalentemente al repertorio da concerto. Anche queste revisioni vengono a far parte della Collezione postuma.

1898

In occasione della Esposizione Generale di Torino, nella quale è allestita una sezione dedicata ai cimeli paganiniani, viene redatto un catalogo dei manoscritti musicali, dei documenti, degli oggetti e degli strumenti lasciati da N. Paganini agli eredi [3].

1903

Gli eredi offrono allo Stato Italiano tutto il materiale in loro possesso.

1908

Il Ministero della Pubblica Istruzione nomina una commissione, formata dai maestri Ettore Pinelli (Roma), Enrico Polo (Milano) e Luigi Torchi (Bologna), per l’esame e la valutazione dei manoscritti musicali [4]. In questa occasione viene vincolata la vendita dei tre concerti inediti per violino e orchestra (3, 4, 5) che pertanto da questo momento subiranno una sorte diversa. Il fondo è messo in vendita attraverso la casa Bastianelli di Firenze [5].

1910

I manoascritti musicali sono acquistati da Leo Olschki di Firenze che incarica Arnaldo Bonaventura di realizzare un catalogo [6]. Leo Olschki vene il fondo paganiniano a Wilhelm Heyer di Colonia che lo inserisce nella sua ricca collezione.

1916

Su incarico della vedova di W. Heyer (morto nel 1913) il conservatore del Museo Georg Kinsky pubblica un catalogo [7] dei manoscritti musicali presenti all’Heyer Museum: tra questi quelli paganiniani sono catalogati nel vol. IV ai nn. 809-901. Sono inseriti facsimili e, in appendice, sempre a cura di G. Kinsky, sono pubblicate alcune composizioni inedite.

1922

Nuovo catalogo e liquidazione del Museo.

1923

Il complesso dei manoscritti passa in proprietà  di Fritz Reuther di Mannheim che ne permette la consultazione ad alcuni studiosi e la pubblicazione di 18 facsimili inediti (cfr. M. Tibaldi Chiesa, op. cit., tacvv.1-18). Alla morte del Reuther (1963) i manoscritti passano nelle mani dell’antiquario Hans Schneider di Tutzing (Monaco di Baviera).

1972

L’intero fondo, acquistato dallo Stato Italiano, viene depositato presso la Biblioteca Casanatense di Roma dove si trova tuttora.

1973

Anche i tre concerti (n.3, 4, 5) per violino e orchestra, rimasti in mano agli eredi, vengono acquistati dallo Stato Italiano e riuniti al fondo della Biblioteca Casanatense.

Note

[1] M.R. Moretti – A. Sorrento, Catalogo tematico delle musiche di Niccolò Paganini, Comune di Genova, 1982, pp. 380-381

[2] G.C. Conestabile, Vita di Niccolò Paganini, Bartelli, Perugia 1851, p. 513

[3] Collezione Niccolò Paganini per l’Esposizione di Torino 1898, Parma 1898.

[4] La relazione è riportata integralmente in M. Tibaldi-Chiesa, Paganini, La vita e l’opera, Garzanti, Milano 1940, pp. 402-5; Danilo Prefumo (Paganini, la vita, le opere, il suo tempo, Libreria Musicale Italiana, Lucca 2020, p. XV) ne ha trascritto il seguente, significativo, stralcio: «Paganini fu un mago del violino e l’arte sua ebbe del portento; ma poiché egli rivolse tutta la sua genialità a discoprire i più reconditi segreti del suo strumento, e anche perché antepose il desiderio di eccitare lo stupore delle moltitudini a quello più alto ed elevato di soddisfare il gusto severo degli intelligenti, le opere da lui lasciateci e già di dominio pubblico (se si eccettuano i mirabili 24 Capricci per violino solo) non hanno un grande valore propriamente musicale, mentre invece hanno un’importanza immensa per l’arte del violino». Per fortuna la musicologia successiva ha sensibilmente mutato i propri orientamenti, assumendo ben altra posizione nei confronti non solo della produzione paganiniana, ma anche di tutta quella vasta letteratura ottocentesca della quale Paganini era uno degli esponenti di punta. (n.d.r.).

[5] L. Bastianelli, Collezione del Celebre Violinista Niccolò Paganini. Musica inedita. Doni reali e principeschi, un grande mosaico fiorentino, preziosi gioielli, ritratto di G. Patten, busto, oggetti d’arte, lettere autografe, memorie, quadri antichi, in vendita al pubblico incanto, catalogo n.84, Firenze, 1910. In questa occasione il patrimonio ereditario si smembra: la parte documentaria è acquistata da Joseph Baer di Francoforte. Dopo diversi passaggi di proprietà, nel 19412 viene depositata presso la Library of Congress di Washington. Per una informazione più particolareggiata della storia di questo fondo si veda: H. Spivacke, Paganiniana, in «The Library of Congress Qarterly Journal of Current Acquisitions» (1945.

[6] A. Bonaventura, Gli autografi musicali di Niccolò Paganini in «La Bibliofilia», XII (1910), pp. 1-31.

[7] G. Kinsky, Musikhistorisches Museum von Wilhelm Heyer in Cöln, Katalog, IV vol. Musik-Autographen, Cöln, Leipzig, Breitkopfb & Hartel, 1916, pp. 402-447.

Le relazioni e i manoscritti

Mss. 5632
Quartetto 8° per Violino, Viola, Chitarra e Violoncello M.S.35

Relazione di Mariateresa Dellaborra

Quattro fascicoli in formato oblungo: parti di violino, viola, chitarra e violoncello contenenti 12 pagine – 48 pagg. totali


Mss. 5635
Quartetto 14° per Violino, Viola, Chitarra e Violoncello M.S.41

Relazione di Mariateresa Dellaborra

Quattro fascicoli in formato oblungo: parti di violino, viola e violoncello contenenti 8 pagine, parte di chitarra contenente 10 pagine – 34 pagg. totali


Mss. 5577
Napoléon M.S.5

Relazione di Nicole Olivieri

Parte del violino: un fascicolo oblungo contenente 4 pagine; parte della chitarra d’accompagnamento: un fascicolo oblungo contenente 4 pagine; parte del pianoforte d’accompagnamento: un fascicolo oblungo contenente 4 pagine – totale 12 pagg.


Mss. 5628
Serenata per Viola, Violoncello e Chitarra M.S.17

Relazione di Nicole Olivieri

Tre fascicoli in formato oblungo, contenenti ciascuno 12 pagine – 36 pagg. totali


Mss. 5624
Sonata concertata per Chittarra (sic) e Violino, dedicata alla signora Emilia di Negro da Niccolò Paganini M.S. M.S.2

Relazione di Danilo Prefumo

Partitura: un fascicolo oblungo contenente 12 pagine; parte di violino: un fascicolo oblungo contenente 8 pagine – 20 pagg. totali


Mss. 5603
Ghiribizzi per Chitarra M.S.43

Relazione di Danilo Prefumo

Un fascicolo oblungo contenente 16 pagine